MA CHE CI TROVANO IN QUEL ROCCO?
A distanza di oltre dieci anni dallo stesso titolo che usai quando dirigevo il magazine Casting della EPM, torno a porre la stessa domanda.
In verità, il titolo fu scippato dalla copertina del settimanale “L’Espresso” di fine anni ’70, che si interrogava sull’enorme successo di un popolare cantautore italiano: “Ma che ci trovano in quel Dalla?”.
Ogni epoca ha i suoi miti (indiscussi) e dopo il crollo delle grandi illusioni, pare che gli unici idoli in grado di mettere d’accordo tutti siano rimasti Maradona, Spider-Man e, appunto, Rocco Siffredi.
“A febbraio vado a Roma a girare una puntata dei Cesaroni, dove reciterò nei panni di me stesso. E poi sarò nel nuovo show di Piero Chiambretti, con un ruolo ancora da definire”, dice Rocco al giornalista di “Panorama”, che gli ha dedicato nello scorso numero un servizio di ben sei pagine.
“Vorrei un ruolo drammatico – continua – un padre single in una periferia disagiata, alle prese con figli difficili”.
In un anno, il 2011, di forte crisi anche nell’ambiente dello spettacolo, il re indiscusso dell’hard ha impresso la sua impronta più di prima.
Protagonista di affollate ospitate nei locali più “in” d’Italia, nel cast di “Matrimonio a Parigi” con Massimo Boldi (e la sua partecipazione ha messo d’accordo tutta la critica), assurto agli onori del gossip grazie a rivelazioni scottanti su Elisabetta Canalis (e non solo), Rocco ha dalla sua qualità ben precise che rafforzano ancora di più l’immagine che il pubblico ha di lui: è un grande professionista, non ha mai rinnegato il mondo che gli ha dato successo e benessere, è molto legato alla famiglia, ha un rispetto incredibile verso i suoi fans.
E’, insomma, una brava persona.
Anche se viene dal “ghetto” del porno.
Anzi, forse proprio per questo…
Che ci trovano in quel Rocco?
Le risposte possono essere tante.
E tutte positive.